Audace C5 Verona Rossoneri C5

PROFESSIONISTE… BENE, E LE SOCIETÀ?

Purtroppo molto spesso le belle iniziative rischiano di restare tali se non hanno un seguito e soprattutto una base solida. Introdurre il professionismo nel mondo dello sport al femminile (emendamento alla Legge di bilancio) è giustissimo e sacrosanto ma la domanda sorge spontanea: qualcuno ha pensato alle società? Come può una società (parlo per esempio del calcio a 5) sobbarcarsi contratti da professioniste con l’ovvia contribuzione (dopo tre anni) quando ci ritroviamo a vivere in una disciplina “a perdere”? Più si sale di categoria e più aumentano i costi. La visibilità resta zero, non vi sono entrate, non vi sono contributi. L’unica cosa su cui ancora si regge questo sport è la voglia e la passione dei rappresentanti delle società di sbattersi e non dormire la notte per recapitare le risorse, per provare a dare un futuro. Nessuna società può programmare, nessuno può guardare ai prossimi cinque anni e dire con certezza che ci sarà ancora. Viviamo, chi più chi meno, con la speranza che questo o l’altro sponsor ci rinnovi il contratto ma è logico che non si può dare un futuro così a una disciplina. Se questo sport non inizierà ad essere veramente “sostenibile”, oggi vince X domani Y e dopodomani entrambi chiuderanno i battenti. Vero che ogni Federazione potrà decidere per sè stessa ma se si vuole davvero il professionismo nelle atlete non si può pensare che lo stesso non arrivi alle società. È allucinante sbandierare ai quattro venti conquiste che sono fine a sè stesse senza dare poi una base vera al tutto. Così facendo si illude un intero movimento, e francamente ragazze e società di prese in giro sono piuttosto stufe.

Devi prima accedere per poter commentare Login

Lascia un Commento