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LA VOCE DI AUDACE WAVE A FINE 2020
- Aggiornato: 26 Dicembre 2020
Che questo 2020 annus horribilis arrivi alla fine, sicuramente fa tirare un sospiro di sollievo a tutti. Anche se le preoccupazioni non finiranno con l’arrivo del 2021, anche se continueremo a doverci preoccupare fin troppo di ciò che è e che sarà.
Guardiamo un po’ anche a noi, all’anno che è stato, alle emozioni enormi che abbiamo vissuto. Belle, brutte, ma emozioni indimenticabili.
Era il 18 gennaio quando siamo arrivati a Rovigo: nebbia, un po’ di tensione in corpo, ma anche fiducia nei propri mezzi. In palio sul campo del Granzette un posto in finale per andare a giocarsi le Final Four di Coppa Italia, non roba da poco. E siamo lì quando circa un mese prima abbiamo espugnato proprio il fortino delle neroarancio, quindi in attesa di un round due di quella che è la battaglia del girone A.
Solo che quel 18 gennaio succedono cose pazzesche, una partita da togliere il fiato per come le nostre ragazze hanno giocato: termina 2 a 7, e tutti a casa. Termina con la voglia di andare a giocare quelle finali, finisce con il coro “Oh Audace portaci in finale” dei tifosi accorsi a sostenere la maglia rossonera, quando ancora le porte dei palazzetti si aprivano al cuore pulsante del tifo.
Una scia positiva che trova l’apogeo il 2 febbraio, sempre in Veneto, questa volta sul campo della Noalese: 5 a 8, l’Audace per la prima volta nella propria storia raggiunge le finali di Coppa Italia.
Se ci chiedessimo come ci siamo sentiti, forse l’unica parola adatta sarebbe orgogliosi: orgogliosi del lavoro fatto, di quel risultato, di quel traguardo.
Ma volevamo di più: a febbraio arriva una notizia meravigliosa, dopo quasi tre settimane di lavoro ininterrotto della dirigenza Audace, in cui forse speravano in pochissimi. Le Final Four vengono assegnate a Verona, serpeggia l’emozione, la voglia di creare un evento unico e perché no, di giocarsela in casa propria, davanti al proprio tifo che è sempre stata l’arma in più di questa squadra.
Sostanzialmente la scorsa stagione si è chiusa in campo il 15 febbraio, questa volta a Mestre: 1 a 8 sul campo della Fenice, un’Audace schiacciasassi, una delle più belle degli ultimi anni.
Poi è cambiato tutto. È arrivato il Covid, e il mondo si è fermato, il nostro sport si è fermato. Ci siamo visti scivolare tra le dita i nostri sogni più belli ed emozionanti, guardando impotenti.
Abbiamo visto il nostro amato futsal rimanere inerme davanti alle cause di forza maggiore, senza mai essere aiutato come invece accaduto per il fratello più grande calcio a 11.
Abbiamo visto persone soffrire, famiglie soffrire, chiederci se e come avremmo mai ripreso a giocare, a fare quello che amiamo di più, da chi scende in campo a chi lavora alle spalle delle ragazze, nell’ombra.
La ripresa è arrivata, a settembre. Con dubbi, perplessità, una voglia sfrenata di giocare di nuovo che si è trasformata in lavoro, lavoro continuo.
La stagione 2020-2021 è partita, a dispetto delle difficoltà, con tante incertezze, talvolta serietà lacunosa da parte di alcuni, e la voglia di spaccare il mondo in maglia Audace.
Ci siamo ricordati che emozione è sentire di nuovo l’inno della Divisione nel nostro palazzetto.
Siamo tornati ad ascoltare il rumore delle suole sul parquet, unico e inconfondibile.
Ci siamo abituati alle mascherine, come tutti; ai tamponi, allo starnuto che fa sobbalzare un po’ troppo.
Ma ancora non ci siamo assuefatti al rossonero, quello difficile che succeda. La maglia, quella l’unica certezza rimasta invariata da inizio 2020, la certezza assoluta che ci rimarrà sempre.
Chiudiamo questo 2020 con una voglia incredibile di mangiare terreno, guadagnare punti, strappare con le unghie quello che questo assurdo anno non ci ha concesso di giocarci.
Ci riproveremo, amici, statene certi. È quello per cui lavoriamo tutti i giorni.
Nel frattempo, continuate a starci vicini, perché quando si potrà, non vediamo l’ora di rivedere il Palalupatotina pieno di persone, di voci, di volti, di tifo. Perché siete il sesto in campo, ciò che fa la differenza nei momenti difficili, ciò che sposta gli equilibri quando lo sconforto potrebbe prendere piede.
Vi stiamo aspettando. Nel frattempo, mandiamo idealmente a tutti un abbraccio rossonero.
Che questo 2021 in arrivo ci regali ciò che gli ultimi mesi non hanno concesso. Senza paura di dirlo a voce alta.
Forza Audace. Sempre.
Audace Wave & Audace Staff
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